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DITTA Indagine analitica ambientale a carattere chimico eseguita presso l'insediamento produttivo di Luogo

Italiana


ditta[D.S.1] 



Indagine analitica ambientale a carattere chimico eseguita presso l'insediamento produttivo di Luogo[D.S.2] 

Relazione Tecnica

 

Servizi e Consulenze Ambientali per le Imprese

 

REL./S.I./ 000-00 [D.S.3] 

REV. 1[D.S.4] 

[D.S.5] 

INDICE[D.S.6]

1. PREMESSA E SCOPI DELL'INDAGINE

2. BREVE DESCRIZIONE DELLA DITTA E CICLO PRODUTTIVO

3. POSIZIONI OGGETTO DI INDAGINE E LAVORAZIONI IN ATTO

4. MODALITÀ DI PRELIEVO DEI CAMPIONI D'ARIA

5. METODI DI CAMPIONAMENTO E ANALISI

6. CRITERI DI VALUTAZIONE

7. VALORI DI RIFERIMENTO

Valori limite di soglia TLV ACGIH

Sostanze chimiche

Polveri

Aerosol d'olio

Indici di rischio

Valori limite di legge

Valori limite a livello Europeo

Criteri di aggiornamento dei valori limite

8. PRESENTAZIONE DEI RISULTATI

9. VALUTAZIONE DEI RISULTATI

1

Emissione

Sordelli

Mazzilli

00/00/2003

Rev.

Oggetto

Redatto

Verificato

Approvato

Data

PREMESSA E SCOPI DELL'INDAGINE

Per incarico della Direzione Aziendale della ditta, nei giorni [D.S.7] __________ è stata eseguita una indagine analitica ambientale a carattere chimico nell'insediamento produttivo di Luogo, con gli scopi individuati e concordati e di seguito elencati:

A)    soddisfare le prescrizioni di legge riguardanti "la protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori contro i rischi derivanti da agenti chimici durante il lavoro", di cui al D.Lgs. n. 25/2002;

B)     soddisfare le prescrizioni di legge riguardanti ".la protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dalla esposizione ad agenti chimici, fisici, biologici durante il lavoro..", come indicato all'art. 4 del D.Lgs. 15 Agosto 1991, n. 277;

C)     accertare la situazione ambientale e l'esposizione professionale attraverso misure qualitative e quantitative degli inquinanti aerodispersi di tipo chimico correlati alle lavorazioni esistenti;

D)    valutare la situazione igienico - ambientale e valutare l'esposizione professionale per confronto dei risultati di misura con i valori limite di riferimento;

E)     esaminare la situazione impiantistica sotto l'aspetto delle misure di prevenzione adottate;

F)      fornire una documentazione oggettiva in grado di costituire un registro dei dati ambientali, a disposizione per eventuali quesiti di organi pubblici o di altre organizzazioni.

La presente relazione è inerente a tale studio.

BREVE DESCRIZIONE DELLA DITTA E CICLO PRODUTTIVO

Ragione sociale: ditta;

Indirizzo:;

Dimensioni Zone in esame:

Zona: m2,

Zone: m2.

Attività aziendale:

CICLO PRODUTTIVO:

POSIZIONI OGGETTO DI INDAGINE E LAVORAZIONI IN ATTO

L'indagine è stata effettuata nelle posizioni specificatamente individuate ed indicate dalla Direzione Aziendale in zone ritenute particolarmente significative che vengono qui di seguito riportate:

Reparto -------- ;

Reparto -------- ;

Allo scopo di definire le posizioni di misura ed il programma di indagine, sono state raccolte informazioni sulle sostanze utilizzate (materie prime, intermedi di lavorazione, prodotti finali, ausiliari di lavorazione), sui processi produttivi (parametri operativi, modalità operative e parametri chimico - fisici nelle condizioni operative), sull'ambiente (geometria, caratteristiche strutturali, aspirazioni, ventilazioni, condizionamento), sulle modalità di intervento degli operatori e sulla organizzazione del lavoro. Si è proceduto quindi alla formulazione di ipotesi sui probabili agenti di rischio, sulle modalità di generazione e di propagazione nell'ambiente. Se necessario, è stata effettuata infine una verifica preliminare delle ipotesi per identificare i fattori di rischio e le zone in cui effettuare i controlli.

Qui di seguito vengono riportate le posizioni nelle quali sono state effettuati i rilevamenti. Se del caso, vengono inoltre riportate notizie utili per la caratterizzazione espositiva o ambientale, quali la descrizione della lavorazione in atto e i mezzi di protezione personale utilizzati.

In allegato è visibile una planimetria nella quale sono indicate le posizioni di prelievo[D.S.8] .

REPARTO xxxxxxx (posizioni n.

Posizione di prelievo n. - campionamento d'area in posizione di centro ambiente, presso --, durante la fase di in prossimità di --.

Posizione di prelievo n. - campionamento personale sull'operatore addetto alla fase di ---, Sig. o Sig.ra --- .

MODALITÀ DI PRELIEVO DEI CAMPIONI D'ARIA

I prelievi dei campioni d'aria ambiente per la determinazione delle sostanze chimiche aerodisperse, sono stati eseguiti secondo criteri generali dell'igiene industriale nelle posizioni e nelle condizioni descritte al punto precedente.

I campionatori d'area vengono posizionati in specifiche zone di lavoro e/o di centro ambiente e in queste zone permangono per tutta la durata del prelievo del campione d'aria.

Essi determinano la concentrazione media ponderata delle varie sostanze rispetto ai tempi di campionamento nelle zone nelle quali essi vengono collocati.

I risultati ottenuti mediante campionamenti d'area, opportunamente elaborati, danno indicazione sulle modalità di diffusione delle sostanze inquinanti nell'ambiente di lavoro. Inoltre, confrontati con i tempi di permanenza degli operatori nelle varie zone di lavoro esaminate, permettono il calcolo della concentrazione espositiva media ponderata.

Le misure eseguite forniscono un quadro della situazione ambientale relativa alla tipologia della produzione, alle condizioni di esercizio degli impianti e alle condizioni di prevenzione impiantistica in atto durante l'esecuzione dei prelievi dei campioni d'aria.

I campionatori personali vengono indossati dai vari operatori e seguono questi negli spostamenti dovuti alla esecuzione del lavoro.

I campionatori personali rilevano i valori di concentrazione media ponderata espositiva individuale, relativamente al tempo per cui vengono indossati.

A quanto detto è da aggiungere che i dati di concentrazione delle varie sostanze chimiche aerodisperse rilevati nell'aria ambiente non tengono conto dei mezzi preventivi personali. In altri termini indicano la situazione di inquinamento ambientale ed espositiva a prescindere da eventuali protezioni delle vie respiratorie con adatte mascherine e/o con altri mezzi.

METODI DI CAMPIONAMENTO E ANALISI

Per quanto riguarda le tecniche generali di campionamento e di analisi, si è fatto riferimento ai metodi indicati nell'All. VIII-sexies del D.Lgs. 25/2002:

UNI EN 481: 1994
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Definizione delle frazioni granulometriche per la misurazione delle particelle aerodisperse.
UNI EN 482: 1998
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Requisiti generali per le prestazioni dei procedimenti di misurazione degli agenti chimici.
UNI EN 689: 1997
Atmosfera nell'ambiente di lavoro.Guida alla valutazione dell'esposizione per inalazione a composti chimici ai fini del confronto con i valori limite e strategia di misurazione
UNI EN 838: 1998
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Campionatori diffusivi per la determinazione di gas e vapori.Requisiti e metodi di prova.
UNI EN 1076: 1999
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Tubi di assorbimento mediante pompaggio per la determinazione di gas e vapori. Requisiti e metodi di prova.
UNI EN 1231: 1999
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Sistemi di misurazione di breve durata con tubo di rivelazione. Requisiti e metodi di prova.
UNI EN 1232: 1999
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Pompe per il campionamento personale di agenti chimici.Requisiti e metodi di prova.
UNI EN 1540: 2001
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Terminologia
UNI EN 12919: 2001
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Pompe per il campionamento di agenti chimici con portate maggiori di 5 l/min. Requisiti e metodi di prova.

Relativamente alle specifiche sostanze chimiche aerodisperse ricercate, si è fatto riferimento ai metodi suggeriti da Enti nazionali e/o internazionali (UNICHIM, NIOSH, OSHA, EPA, ecc.) aventi fra gli scopi istituzionali la definizione dei metodi di campionamento e analisi delle sostanze chimiche aerodisperse relativi all'igiene industriale, metodi riportati in Allegato I.

Per le sostanze non considerate da questi Enti di riferimento, è stato fatto ricorso a metodi bibliografici dopo adeguata sperimentazione nei nostri laboratori.

Relativamente ai monitoraggi in campo, durante i campionamenti di aria ambiente sono state svolte due calibrazioni dei flussi di aspirazione di ciascuno dei campionatori utilizzati per il prelievo di aria ambiente (all'inizio e alla fine di ciascun prelievo). Ciò ha consentito sia di effettuare la taratura iniziale dei flussi relativi al metodo di campionamento specifico per la sostanza inquinante di interesse, sia di verificare la costanza dei flussi di aspirazione durante il periodo di prelievo.

I rotametri (flussimetri secondari), utilizzati per la taratura del flusso di aspirazione dei campionatori, vengono a loro volta tarati nei nostri laboratori con frequenza bisettimanale con un flussimetro primario di alta precisione (flussimetri a bolla) dotato di certificazione con tracciatura SIT (certificato di taratura allegato).

CRITERI DI VALUTAZIONE

Alla data odierna i soli valori limite stabiliti per legge in Italia sono quelli relativi alle fibre di amianto aerodisperse (D.Lgs. n. 277/1991), al benzene, al cloruro di vinile monomero e alle polveri di legno duro (D.Lgs. n. 66/2000) e al piombo aerodisperso (D.Lgs. 25/2002).

Per i dati riguardanti tutte le altre sostanze chimiche aerodisperse, vengono adottati i valori limite di soglia TLV (Threshold Limit Values) in vigore proposti dall'ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienists).

I TLV ACGIH sono utilizzati come valori di riferimento per le sostanze chimiche aerodisperse sia dagli Istituti Pubblici che operano nel campo che dalle Associazioni Industriali e dalle Confederazioni Sindacali. I TLV vengono riportati in molti Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, quali quello dei chimici e dei metalmeccanici.

I valori limite, per il loro significato e per la loro modalità di applicazione, necessitano di chiarimenti che vengono riportate nel successivo capitolo "Valori di riferimento".

I valori limite di soglia, indicati dalla legislazione nazionale o dall'ACGIH, delle specifiche sostanze chimiche aerodisperse ricercate figurano in quarta e quinta colonna delle allegate tabelle dei risultati. Nella seconda e terza colonna vengono riportati il numero di CAS e le Note relative alle specifiche sostanze ricercate.

VALORI DI RIFERIMENTO

Valori limite di soglia TLV ACGIH

Sostanze chimiche

I TLV indicano le concentrazioni delle sostanze aerodisperse al di sotto delle quali si ritiene che la maggior parte dei lavoratori possa rimanere esposta ripetutamente, giorno dopo giorno, senza effetti negativi per la salute. Tuttavia a causa della notevole variabilità di suscettibilità individuale, una parte, sebbene piccola, di lavoratori può accusare disagio in presenza di alcune sostanze, le cui concentrazioni siano pari o inferiori ai TLV. Per una più piccola percentuale di individui si può osservare un effetto più marcato, per l'aggravarsi di condizioni preesistenti o per l'insorgere di una malattia professionale.

Tre sono le categorie di TLV, che vengono specificate come segue:

TLV - TWA (Valori limite di soglia - media ponderata nel tempo). È la concentrazione per una giornata lavorativa di 8 ore e di 40 ore settimanali a cui quasi tutti i lavoratori possono essere esposti ripetutamente, giorno dopo giorno, senza effetti negativi per la salute.

TLV - STEL (Valori limite di soglia - limite per breve tempo di esposizione).È la concentrazione massima a cui i lavoratori possono essere esposti continuativamente per breve tempo senza che insorgano irritazione, alterazione cronica o irreversibile del tessuto, narcosi di grado sufficiente ad accrescere le probabilità di infortuni, di menomare la capacità di mettersi in salvo o di ridurre materialmente l'efficienza lavorativa.

Il TLV-STEL viene definito come esposizione media ponderata su un periodo di 15 minuti che non deve mai essere superata nella giornata lavorativa anche se la media ponderata su 8 ore è inferiore al TLV-TWA. Esposizioni comprese fra il TLV-TWA e il TLV-STEL non devono protrarsi oltre i 15 minuti e non devono ripetersi più di quattro volte al giorno. Fra esposizioni successive a concentrazioni comprese fra il TLV-TWA e il TLV-STEL devono intercorrere almeno 60 minuti.

TLV - C (valore limite di soglia - Ceiling = tetto). È la concentrazione che non dovrebbe essere superata neanche per un istante durante la giornata lavorativa.

È importante precisare che se uno qualsiasi di questi tre TLV viene superato, si può presumere che esista un potenziale pericolo per la sostanza in questione.

I TLV-TWA devono essere usati come guida nel controllo del rischio alla salute e non devono essere considerati come linea di demarcazione tra concentrazione sicura e concentrazione pericolosa.

I TLV sono stabiliti in base ai dati più attendibili ricavati dall'esperienza in campo industriale, ai risultati di ricerche sperimentali sull'uomo e sugli animali e, quando possibile, alla combinazione di questi elementi di giudizio.

Il criterio con cui il limite tollerabile viene fissato può variare a seconda del tipo di sostanza considerata: in alcuni casi ci si propone di prevenire i danni per la salute, in altri di eliminare fenomeni irritativi, di narcosi, di disagio o di altre forme di stress.

E' importante sottolineare che il danno alla salute di un soggetto può essere facilitato o accelerato dalla simultanea esposizione a più agenti chimici o biologici.

Per le sostanze per le quali non viene indicato il TLV-STEL, sono consentite escursioni di breve durata al di sopra del TLV-TWA purché queste vengano compensate da escursioni equivalenti al di sotto del limite durante la giornata lavorativa.

Le escursioni per esposizioni di breve durata possono superare un valore pari a 3 volte il TLV-TWA per non più di 30 minuti complessivi durante la giornata lavorativa ed in nessun caso un valore pari a 5 volte il TLV, sempre nel presupposto che il limite ponderato sulle 8 ore non venga superato.

Qualora per una specifica sostanza sia definito un limite STEL, tale valore deve essere preso a riferimento al posto del limite di escursione. Per le sostanze contrassegnate con la lettera "C" non è permessa alcuna escursione.

Polveri

L'ACGIH, per le polveri inerti o fastidiose, vale a dire per le sostanze polverulente o particellari aerodisperse non previste nell'elenco dei TLV o per le quali non vi sia evidenza di effetti tossici, raccomanda il termine di "particelle (insolubili) non altrimenti classificate". Per queste sostanze, definibili "polveri inerti", l'ACGIH fissa un limite di 10 mg/m3 per le particelle inalabili e di 3 mg/m3 per le particelle respirabili. I TLV indicati sono validi se le particelle non contengono asbesto né silice cristallina o li contengono in misura inferiore all'1%.

Dove è stato possibile, in quanto il ciclo di lavorazione e le sostanze utilizzate lo hanno suggerito, sono state ricercate nelle polveri aerodisperse le sostanze di interesse tossicologico.

Aerosol d'olio

Il valore limite tollerabile attualmente adottato dall'ACGIH per l'aerosol d'olio minerale (per la precisione dal 1976) è 5 mg/m3, ma considera gli oli nella loro globalità, senza tenere presente provenienza e composizione.

La proposta di modifica ACGIH per il 1998 e per gli anni a seguire, è quella di considerare valori limite di soglia diversificati per i vari tipi di oli minerali, impiegati nei vari settori industriali, in considerazione del loro differente grado di raffinazione e quindi del loro diverso processo di preparazione: tale raffinazione deve in particolare essere in grado di eliminare o ridurre al minimo possibile nei prodotti di base impiegati per la produzione degli oli quelle sostanze (in particolare gli IPA - Idrocarburi Policiclici Aromatici e le nitrosoammine) ritenute particolarmente importanti dal punto di vista tossicologico.

Pertanto la tendenza dell'ACGIH è quella di mantenere valido l'attuale valore limite di soglia di 5 mg/m3, che deve però essere rigorosamente utilizzato solo nel caso di impiego di oli dichiarati e dimostrati essere altamente raffinati.

Invece, per aerosol di oli non dichiarati altamente raffinati, per i quali non può essere garantita l'assenza di sostanze del tipo nitrosoammine e IPA, a partire dal 1998 l'ACGIH nei propri TLV ha proposto un valore limite di soglia di 0,005 mg/m3 espresso come sommatoria totale dei 15 IPA indicati come cancerogeni dal U.S. National Toxicology Program (Benzo [a] antracene; Benzo [b] fluorantrene; Benzo [j] fluorantrene; Benzo [k] fluorantrene; Benzo [a] pirene; Dibenzo [a, h] acridina; Dibenzo [a, j] acridina; Dibenzo [a, h] antracene; 7H - Dibenzo [c, g] carbazolo; Dibenzo [a, e] pirene; Dibenzo [a, h] pirene; Dibenzo [a, i] pirene; Dibenzo [a, l] pirene; Indeno [1, 2, 3, cd] pirene; 5 - Metil crisene).

Come si può notare, il limite proposto è di tre ordini di grandezza più basso dell'attuale; inoltre è da notare che viene attribuita inoltre la classificazione come A1, cioè carcinogeno riconosciuta per l'uomo.

Le valutazioni che verranno sviluppate per questo tipo di rischio nell'attuale studio, sono basate ovviamente sul valore limite in vigore e cioè di 5 mg/m3. Tuttavia, sulla base e alla luce di quanto sopra esposto è comunque opportuno, per una maggiore tranquillità futura e per non incorrere in situazioni che possano poi risultare non conformi ad una corretta e buona gestione dei problemi ambientali, un approfondimento sulla composizione e le caratteristiche degli oli in uso, non solo per confermare la valutazione igienica ambientale effettuata, ma anche per una migliore sicurezza e garanzia nella manipolazione degli oli stessi.

L'approfondimento necessario è rappresentato da una dichiarazione scritta del fornitore sulle specifiche dell'olio (composizione e processi di produzione), e in particolare al fatto che l'olio stesso contenga o meno IPA e in caso affermativo quali e in che quantità.

In assenza di tale dichiarazione sarà necessario svolgere un'analisi degli oli, per verificare la presenza o meno di IPA in tali prodotti e relativa quantificazione.

Indici di rischio

Indice "R" Nell'ultima colonna delle tabelle dei risultati allegate viene riportato il valore di un fattore adimensionale "R" = indice di rischio. Tale indice permette di acquisire rapidamente informazioni sintetiche della situazione ambientale per quanto riguarda il livello di inquinamento e l'esposizione professionale.

Infatti "R" si calcola come rapporto tra la concentrazione attuale di un determinato inquinante, quella cioè sperimentalmente riscontrata nell'ambiente di lavoro, ed il corrispondente TLV.

Ciò vuol dire che quando "R" = 1 la concentrazione misurata è uguale al valore limite di soglia e che questo è tanto più superato quanto più "R" è maggiore dell'unità.

Viceversa quanto più prossimo allo zero risulterà "R", tanto più salubre risulterà l'ambiente di lavoro.

Nel caso si sia in presenza di più inquinanti, se è possibile escludere un fenomeno di sinergismo, l'indice di rischio totale "R" viene calcolato additivamente dagli n indici di rischio parziali:

Rtot deve risultare inferiore od uguale all'unità.

Comunque, l'indice di rischio "R" totale viene calcolato nella presente relazione come sommatoria dei valori Rparz indipendentemente da considerazioni relative al sinergismo. Tale procedura risulta molto cautelativa e si ritiene di doverla applicare a tutela della salute dei lavoratori.

Nel caso in cui nella polvere inalabile siano presenti sostanze dotate di proprio TLV (ad es., metalli), il calcolo di "R" totale viene effettuato come sommatoria degli Rparz delle sostanze contenute nella polvere inalabile, ma l'Rparz relativo alla polvere inalabile inerte deve essere calcolato sulla quota parte della polvere inalabile alla quale è stata sottratta la parte non inerte.

Indice "r" Per le particelle respirabili e per le eventuali sostanze in esse presenti all'interno di tale convenzione (ad. es., silice libera cristallina respirabile, ecc.), l'indice di rischio viene indicato con il simbolo "r" e calcolato separatamente.

Valori limite di legge

I valori limite stabiliti per legge in Italia sono:

AMIANTO

Norma: D.Lgs. 15/08/1991 n. 277

Valori limite espressi come fibre di amianto per centimetro cubo come media ponderata sulle otto ore (fibre aventi lunghezza superiore a 5 micron, larghezza inferiore a 3 micron e rapporto lunghezza/larghezza > 3:1)

Crisotilo = 0,6 fibre/cc (Legge n. 257/92);

Tutte le varietà di amianto d'anfibolo (comprese miscele contenenti crisotilo) = 0,2 fibre/cc.

BENZENE

Norma: D.Lgs. 25/02/2000 n. 66

Valore limite:

3,25 mg/m3 come media ponderata sulle otto ore (sino al 31 dicembre 2001 il valore limite è 9,75 mg/m3).

CLORURO DI VINILE MONOMERO

Norma: D.Lgs. 25/02/2000 n. 66

Valore limite:

7,77 mg/m3 come media ponderata sulle otto ore.

POLVERI DI LEGNO

Norma: D.Lgs. 25/02/2000 n. 66

Valore limite:

5,00 mg/m3 come media ponderata sulle otto ore (frazione respirabile, limite applicabile a tutte le polveri di legno presenti se in miscela con polveri di legno duro).

PIOMBO

Norma: D.Lgs. 02/02/2002 n. 25

Valori limite:

prima soglia di attenzione = 0,075 mg/m3 come media ponderata sulle otto ore;

valore limite di soglia = 0,15 mg/m3 come media ponderata sulle otto ore.

È richiesta anche l'effettuazione di analisi cliniche su liquidi biologici (sangue), con la determinazione della piombemia (All. VIII-quater).

Valori limite a livello Europeo

I valori limite stabiliti per legge in Italia, essendo derivati da Direttive Comunitarie, hanno validità anche in Europa.

La comunità Europea ha fissato valori limite per inquinanti chimici aerodispersi per circa 90 sostanze. Pertanto, per tali inquinanti è buona norma fare riferimento anche a tali valori.

Per le sostanze che non figurano nelle norme di legge, anche nei principali Paesi Europei viene fatto in genere riferimento ai TLV ACGIH, talvolta con qualche modifica.

Criteri di aggiornamento dei valori limite

I valori limite ACGIH vengono aggiornati regolarmente ogni anno. Nella presente relazione si fa riferimento ai TLV in vigore. I valori limite di legge, per contro, non subiscono aggiornamenti annuali.

PRESENTAZIONE DEI RISULTATI

Nell'Allegato 2, viene riportato l'elenco di tutte le sostanze ricercate e, per ognuna, figura il numero di CAS, le note (con relativa legenda), ed i Valori di riferimento espressi in mg/m3.

Nelle tabelle presenti in Allegato 2, vengono riportate le sostanze ricercate e determinate nell'aria ambiente con i relativi risultati delle determinazioni analitiche.

In riferimento ai TLV, si precisa che questi valori limite si riferiscono ad un periodo medio ponderato lavorativo di otto ore al giorno, mentre i prelievi dei campioni d'aria, per necessità legate alle fasi lavorative esaminate, per ragioni di carattere operativo ed inoltre anche per necessità tecniche inerenti alla stessa metodologia di campionamento, sono stati eseguiti per tempi inferiori alle otto ore, ma comunque di durata tale da risultare rappresentativi della realtà esaminata.

Quando uno specifico inquinante è risultato assente nelle determinazioni analitiche, in tabella viene riportato con il segno "<" il limite di rilevabilità della metodica adottata. Questo significa che se lo specifico inquinante fosse presente nell'aria ambiente, la sua concentrazione sarebbe comunque inferiore al valore riportato.

In tabella figura anche il valore dell'Indice di Rischio totale "R" calcolato, come illustrato nel paragrafo precedente, come somma dei rapporti tra il valore di concentrazione delle sostanze determinate e i rispettivi TLV (C/TLV). In tabella poi, quando siano presenti particelle respirabili, viene riportato anche il valore dell'Indice di Rischio totale "r" relativo alle particelle respirabili stesse.

VALUTAZIONE DEI RISULTATI

Si fa rilevare che:

Le rilevazioni effettuate si riferiscono al periodo di indagine, in altri termini alle condizioni ambientali di esercizio degli impianti e strutturali esistenti nel periodo durante il quale sono stati eseguiti i prelievi dei campioni di aria;

Le determinazioni sono state eseguite in corrispondenza delle specifiche lavorazioni e durante lo svolgimento delle stesse;

I campionamenti hanno avuto durata pari alla durata della lavorazione collegata e comunque rappresentativa delle condizioni ambientali;

I periodi di prelievo dei campioni sono stati scelti in corrispondenza delle normali condizioni lavorative, in modo da essere rappresentative delle condizioni medie di lavoro.

Le rilevazioni effettuate nelle posizioni di lavoro, scelte come rappresentative delle condizioni ambientali e dell'esposizione professionale degli operatori, e le determinazioni analitiche delle sostanze delle quali, in base alle lavorazioni svolte, è stata ipotizzata la possibile presenza, permettono le considerazioni di seguito riportate per ogni posizione di misura.

TEI S.I. srl

Dott. Fabio Mazzilli

Amministratore Delegato

ALLEGATO 1 - METODI DI CAMPIONAMENTO E DI ANALISI

ALLEGATO 2 - TABELLE DEI RISULTATI -CONCENTRAZIONE INQUINANTI CHIMICI AERODISPERSI

sostanze rilevate e valori di riferimento[D.S.9]

Note alle tabelle:

adozione / revisione nell'anno in corso

proposte di modifica in corso

IBE

sostanza con Indicatore Biologico di Esposizione

A1

cancerogeno riconosciuto per l'uomo

A2

cancerogeno sospetto per l'uomo

A3

cancerogeno riconosciuto per l'animale con rilevanza non nota per l'uomo

A4

non classificabile come cancerogeno per l'uomo

A5

non sospetto come cancerogeno per l'uomo

C

limite Ceiling

CUTE

rischio di assorbimento cutaneo

c

asfissiante semplice

d

NOC = non altrimenti classificato

e

per particelle non contenenti asbesto e con silice cristallina < 1%

f

fibre respirabili: lungh. >5 μm, lungh./diametro 3/1 determinate con filtro a membrana, 400-450X ingrandimenti (obiettivo 4 mm), utilizzando illuminazione a contrasto di fase

h

vapori e aerosoli

i

frazione inalabile

j

frazione respirabile

k

da campionare in maniera da non raccogliere i vapori

m

comunque, non deve superare 2 mg/m3 di particelle respirabili

n

eccettuati: olio di ricino, anacardo, o altri oli irritanti

p

misurato con elutriatore verticale, campionatore per polvere di cotone

q

l'esposizione dovrebbe essere controllata attentamente per mantenere i livelli più bassi possibile

r

frazione toracica

data analisi: //[DS10] r.a.n. /

cliente: ditta Luogo TABELLA n[D.S.11] 

Il Responsabile del Laboratorio

allegato 3 - PLANIMETRIE

ditta

Insediamento produttivo: Luogo

allegato 4 - certificati di taratuRa dei flussimetri

ditta

Insediamento produttivo: Luogo


 [D.S.1] 1. DIGITARE IL TESTO DESIDERATO FACENDO SOLO MOLTA ATTENZIONE A SCRIVERE IL TESTO ENTRO LE PARENTESI QUADRE, ALTRIMENTI IL SEGNALIBRO VIENE CANCELLATO. IL TESTO VERRÀ AUTOMATICAMENTE COPIATE IN TUTTE LE ALTRE PARTI PRESTABILITE DELLA RELAZIONE AL SALVATAGGIO DEL FILE (oppure facendo l'anteprima, oppure selezionando tutto il file e premendo F9)

 [D.S.2] OPERARE COME PER LA DICITURA "DITTA" alla nota D.S.1

 [D.S.3] OPERARE COME PER LA DICITURA "DITTA" alla nota D.S.1

 [D.S.4] OPERARE COME PER LA DICITURA "DITTA" alla nota D.S.1

 [D.S.5] OPERARE COME PER LA DICITURA "DITTA" alla nota D.S.1

 [D.S.6] RICORDARE SEMPRE DI AGGIORNARE L'INDICE ALLA FINE (posizionarsi sull'indice e premere F9)

 [D.S.7] DIGITARE I GIORNI

 [D.S.8] CANCELLARE, SE NON VI È PLANIMETRIA

 [D.S.9] RICOPIARE QUI DA EXCEL (calcoli_indagine_chimica.xlt - foglio: SostanzeRilevate) LA TABELLA DELLE SOSTANZE RILEVATE

 [DS10] DATA TERMINE ANALISI

 [D.S.11] PER COMPLETARE LE TABELLE CON I RISULTATI ATTENDERE LE CORREZIONI E LE CONCLUSIONI DEL DR. MAZZILLI. AVUTE QUESTE, BISOGNERÀ: 1. COPIARE TANTE VOLTE QUESTA INTESTAZIONE QUANTE SONO LE TABELLE NECESSARIE (creando interruzioni di pagina - premendo Ctrl e Invio- e copiando in ogni nuovo foglio lo schema della tabella -facendo copia e incolla o digitando tabella + F3); 2. CORREGGERE, SE NECESSARIO, E COPIARE IN OGNI FOGLIO LE DICITURE DI REPARTO E POSIZIONE/I; 3. CORREGGERE SE NECESSARIO, E COPIARE IN OGNI FOGLIO DA EXCEL LE TABELLE DEI RISULTATI


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